Cinquantaseiesima storia per la rubrica #LdbStorytelling!
Il Laboratorio Vitae, svoltosi dal 17 gennaio al 7 febbraio 2015 a Galatone in provincia di Lecce, risponde alla necessità di fornire prospettive innovative all’agricoltura locale, presentando agli imprenditori del domani i possibili sbocchi occupazionali e di sviluppo territoriale. L’obiettivo, raggiunto, è stato quello di rispondere concretamente all’interrogativo “si può fare agricoltura e innovazione?”. Affermativo, raccontano i proponenti del Laboratorio, l’associazione R.E.T.A.G.G.I e la Masseria Sociale Protocaos, nel racconto di seguito.
Buona lettura e alla prossima storia!
L’associazione R.E.T.A.G.G.I e la Masseria Sociale Protocaos, proponenti del laboratorio dal basso Vitae: innovazioni per lo sviluppo agricolo si sono domandati “si può fare agricoltura e innovazione? ”
La risposta dopo i cinque incontri che si sono tenuti dal 16 gennaio al 7 febbraio è stata: sì, partendo dalle competenze quelle vere e imparando da chi l’agricoltura la fa sul campo, sui libri e nei laboratori.
Vitae è stato un concentrato di scambio di esperienze, trasmissione di conoscenza scientifica e sapere tradizionale, acquisizione di consapevolezza che per fare il contadino, come dice il proverbio, le scarpe grosse servono ma di più il cervello fino!
Finalmente qualcuno ha fatto capire che il territorio, la sua biodiversità e la sua tradizione, sono risorse che possono creare lavoro. Che le risorse sono anche nelle università e nei centri di ricerca e che non sono poi così lontani, anzi…
E poi ragionare sulle risorse del territorio è il primo passo per fare un modello di business ecocompatibile ed economicamente sostenibile!
Infine il laboratorio è stata un’ occasione per imparare un mestiere, quello del potatore. Si perché per prendersi cura delle piante che più identificano il Salento, la vite e l’olivo, non ci si può affidare a chiunque. Ci vogliono mani abili, studio e riflessione. Grazie a Giorgio Pannelli e a Riccardo Turata di Preparatori d’Uva, abbiamo ridato dignità a un’arte antica ma che può fare la differenza nell’agricoltura del futuro.
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