Ottava storia per la rubrica #LdbStorytelling.
Si è svolto a Bari dal 10 al 13 giugno il Laboratorio dal Basso “Altrove per includere”, dedicato al tema dell’accessibilità a 360°. Partendo dal concetto di ”inclusione sociale”, si è parlato di best pratice ed esperienze alternative di accessibilità e integrazione. Linda Dabbicco di Smysly, organizzatori del Laboratorio, ha raccontato la sua esperienza.
L’idea
Il Laboratorio Altrove per includere è stato la continuazione naturale del progetto con il quale, un anno fa, abbiamo vinto il bando “Principi Attivi”. La nostra associazione, Smysly, è nata con l’intento di rendere accessibile universalmente il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, garantendo dignità culturale, sociale e giuridica nell’affermazione dei diritti umani di ogni persona. L’opportunità di approfondire la tematica dell’accessibilità declinandola in diversi campi (mobilità, turismo, sport, arte, food&beverage), ci è sembrata utile e necessaria, dal momento che in Puglia si conosce e si sperimenta ancora poco a riguardo.
Docenti e partecipanti
I docenti, dopo un primo momento di presentazione, hanno “dismesso” i loro ruoli e si sono affiancati a noi, condividendo esperienze, raccontando storie e offrendo consigli. Atteggiamento questo che hanno molto apprezzato anche i partecipanti al Laboratorio, poiché si è creato un clima informale, che ha trasformato seminari e conferenze in piacevoli confronti e chiacchierate. I partecipanti non erano tecnici del settore, ma perlopiù persone incuriosite dalla tematica; vi erano però anche alcuni docenti che si occupano di didattica e membri di altre associazioni impegnate nell’ambito dell’inclusione sociale.
Il workshop tattile a cura del Museo Statale Omero
Il workshop tattile è stata un’esperienza meravigliosa: è stato come ritornare bambini, riuscire a liberarsi da schemi e sovrastrutture e farsi semplicemente guidare dai sensi. Andrea Socrati, che si occupa da anni di didattica presso il Museo Tattile Statale Omero, ci ha fatto bendare e ha proposto a ciascuno di noi una figura realizzata su diversi supporti: stava a noi riconoscere dai contorni e dalle forme, di cosa si trattasse. Lì abbiamo testato quanto la vista sia il senso su cui facciamo maggior affidamento, tralasciando tutti gli altri; ecco perché, nel momento in cui essa vien meno, abbiamo difficoltà anche a riconoscere il profilo della nostra Cattedrale (tra le formelle che ci ha sottoposto, c’era l’esempio classico di stile romanico: la Cattedrale di Bari). Successivamente siamo stati protagonisti di un altro workshop, anche qui bendati. Andrea ci ha lasciato diversi materiali al centro del tavolo e noi, al tatto, abbiamo dovuto selezionare quelli che ci “comunicavano” qualcosa e poi “montarli” su una piccola tavola di cartone ondulato, che, al termine sarebbe diventata la nostra tavola tattile. Anche qui sono emersi tratti nascosti della nostra mente: scavando tra ricordi, desideri, paure, si sono “ricomposti” quadretti molto eloquenti delle nostre personalità. L’esempio del Laboratorio senza barriere del Museo Omero rappresenta un modello forse già praticato o comunque di facile “esportazione”. L’idea di educare soprattutto i più piccoli a una cultura della diversità, intesa come ottimizzazione di tutti i sensi così come di valorizzazione dei diversi talenti, potrebbe e dovrebbe essere praticata fin nella scuola dell’infanzia.
Gita fuori porta
L’escursione di venerdì 13 giugno è stata la giusta conclusione dell’esperienza di Laboratori dal Basso. Insieme agli amici del Rifugio Fonte Tarì, del Parco Nazionale della Majella, e a quelli della Cooperativa Cohansie di Corato, abbiamo percorso e condiviso un piccolo tratto del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in località Jazzo Rosso, nell’agro di Ruvo di Puglia, scoprendo erbe aromatiche e specie animali di cui spesso. La gioia di “camminare” insieme e dare l’opportunità ad alcuni di noi di essere a contatto con la natura, che pur nella sua semplicità, risulta per molti inaccessibile, ci ha ripagato di ogni fatica e, anzi, ha confermato che stiamo andando nella giusta direzione.
Conclusioni
Trattandosi di un tema particolarmente delicato, la scrematura è stata naturale e ci ha portato a conoscere realtà davvero motivate a portare avanti il tema dell’accessibilità, che coinvolgeremo nelle prossime attività e con le quali stiamo già definendo future collaborazioni e organizzando nuove attività.